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Memorie di Lei

MEMORIE DI LEI
Corsi di storia delle donne

Dicembre – Aprile 2003

MEMORIE DI LEI A DOLO

Sonia Giacomello
Direttrice del corso, Docente di lettere negli Istituti Tecnici, Dolo.

Il secondo ciclo di conferenze, organizzato dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia di Venezia anche quest’anno in collaborazione con l’Associazione Moderata Fonte, ha coinvolto studentesse e studenti degli Istituti Superiori di Dolo – Liceo Scientifico G. Galilei, ITC M. Lazzari e IPSSCT C. Musatti – attraverso cinque incontri: una vera avventura culturale che ha riportato alla luce donne singolari e senza nome, alcune note altre del tutto misconosciute nonostante le tracce, tanto impercettibili quando profonde, lasciate nel pensiero politico, nella critica della società e nella quotidianità che si è fatta Storia.

Le relatrici hanno saputo, in modi diversi e quindi personalissimi, dar voce a coloro che hanno potuto parlare o scrivere liberamente; hanno saputo reinterpretare con rigore scientifico il pensiero, a volte travisato, presentandoci soprattutto la loro anima: emozioni, tensioni e drammi interiori, coraggio, caparbietà…. La prima voce, Elena Tarabotti – Antonella Barina, ci ha presentato la durezza della Ragion di Stato partendo dell’analisi di un’immagine iconografica apparentemente anacronistica ma in fondo attualissima se si pensa che in nome della Ragion di Stato alcuni diritti vengono ancora sacrificati, quale il diritto alla verità, all’informazione corretta soprattutto su eventi drammatici ed ancora oscuri della vita del nostro Paese.

Non abbiamo pertanto solamente conosciuto una donna reclusa del ‘600, sacrificata per gli interessi della famiglia e più in generale per quelli della Serenissima ma attraverso l’interpretazione del suo pensiero, ci siamo confrontate/i con la nostra stessa condizione di cittadini a volte “gabbati” da chi tiene i fili dell’agire politico. Il coraggio di Arcangela si fondeva innanzitutto sulla propria cultura personale che le consentiva di criticare con estrema lucidità il potere politico e religioso alla stesso tempo.

La stessa forza della cultura ha caratterizzato una donna cronologicamente più vicina a noi: Amelia Rosselli, presentata da Marina Calloni attraverso la lettura di alcuni testi, in particolare lettere, e la visione di alcune preziose fotografie dalle quali è emersa la personalità di una donna singolare per la cultura, appunto, e per la volontà d’azione in nome del diritto della democrazia. Anche nell’attualizzare il pensiero di A.M. Mozzoni di Lina Merlin, la giornalista A.M. Zanetti ha stimolato lo spirito critico ponendo interrogativi sul concetto di Stato democratico, sulla nostra Costituzione che non ha avuto solo padri ma pure madri ossia donne che dall’Unità alla proclamazione della Repubblica ed oltre hanno pensato autonomamente, agito senza compromessi e donato la propria esistenza al Bene comune consapevoli dei cambiamenti epocali di cui le donne più, degli uomini, erano le leve senza poter essere protagoniste dal momento che, non avendo il diritto di voto, non potevano agire attivamente. Così abbiamo scoperto che A.M. Mozzoni già nel 1877, anticipando il movimento delle suffragette, presentò al Parlamento italiano la prima petizione per il voto politico alla donne, seguita da altre petizioni e da lunghi dibattici fino all’approvazione, tramite votazione segreta, nel settembre 1919 (!) con una clausola che ne avrebbe però impedito l’attuazione immediata a causa dei noti avvenimenti politici: le donne avrebbero votato non nelle elezioni che si preannunciavano ma nelle elezioni per la successiva legislatura. Di fatto le donne votarono solo nel 1946. Un percorso veramente lungo e difficile quello dei diritt. E nel frattempo molte donne sono emigrate, hanno lasciato il Paese partendo dai luoghi della povertà esattamente come le donne che oggi sono immigrate nel nostro Paese: stesse sofferenze, stessi drammi intimi e familiari, ancora una volta “donne eroine per caso, eroine per forza” come ha sottolineato Francesca Massarotto dando voce a colei che vedeva morire la figlioletta durante il viaggio in nave verso l’America come oggi accade su qualche gommone.
Le voci di ieri sono le voci di oggi e, grazie alla conoscenza storica anzi alla ricostruzione storica, l’ottica con cui guardiamo il presente può senza dubbio cambiare abbattendo pregiudizi che non hanno ragione di essere, visto che il nostro ricco Nordest risulta, dati alla amno, la regione italiana con il più alto numero di emigranti a partire dal 1876.

Un’ultima valutazione, sintesi delle osservazioni e degli apporti delle colleghe presenti agli incontri: il percorso intrapreso in questi due anni deve continuare per non rischiare di perdere quanto è stato finora avviato (anche con difficoltà organizzative) nel tentativo di recuperare un patrimonio di esperienze umane ancora da scoprire, conoscere e trasmettere: questo, sia a vantaggio di chi ha il dovere di formare sia di cha il diritto di formarsi come persona all’interno della scuola.

Mi auguro, nel ringraziare le Amministrazioni pubbliche hanno creduto nell’iniziativa, che il loro impegno voglia essere rinnovato.